Infatti è ricomparsa nella parte Nord Est dell’Italia e precisamente in Friuli Venezia Giulia , diffondendosi recentemente in Veneto, nella provincia di Belluno.
In Friuli Venezia Giulia sono stati diagnosticati ad oggi più di 30 casi di casi di rabbia, in Veneto si sono verificati ben 69 casi tra gli animali (volpi, cani, 1 tasso, 1 asino,1
faina ,1 capriolo e 1 gatto) e 2 casi di persone morsicate dai due cani, tutti nella provincia di Belluno, su un territorio compreso tra S.Stefano di Cadore (al confine con l’Austria) e Feltre (al confine con Treviso).
L’obbiettivo prioritario dell’autorità sanitaria è di arrestare la diffusione della epidemia e di eliminare la malattia nei territori interessati.
A questo scopo i veterinari e gli organismi preposti stanno provvedendo alla vaccinazione orale delle volpi tramite la distribuzione sul territorio di esche vaccinali, monitorando rigorosamente le popolazioni selvatiche per individuare precocemente eventuali nuovi casi.
Inoltre stanno provvedondo alla vaccinazione obbligatoria dei cani, gatti e furetti di proprietà dei residenti.
Comuni con obbligo di vaccinare:
I cani, i gatti e i furetti che risiedono o che sono introdotti al seguito di persone dirette anche temporaneamente nel territorio della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Belluno e in altri territori della Regione Veneto e delle Province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio, devono essere sottoposti a vaccinazione antirabbica.
Per quanto riguarda il Veneto la vaccinazione obbligatoria riguarda tutti i Comuni della Provincia di Treviso e Belluno, i Comuni a Nord della Provincia di Vicenza appartenenti alle ASL 3 e 4, i Comuni dell’ASL 10 della Provincia di Venezia.
Devono essere sottoposti a vaccinazione contro la rabbia tutti i cani di età superiore a 3 mesi, residenti nei comuni dei territori a rischio o che transitino in tali aree.
I cani sottoposti a vaccinazione antirabbica devono essere regolarmente iscritti all’anagrafe canina e provvisti di microchip.
Per recarsi con il proprio cane nelle zone interessate, il vaccino antirabbico deve essere effettuato da almeno 21 giorni e da non oltre gli 11 mesi.
Inizialmente era stato emanato un decreto regionale che prevedeva la totale restrizione della circolazione di cani in ambito agro-silvo-pastorale e la cessazione nei territori sopra menzionati di ogni attività cinofila compresa l’attività venatoria, ad eccezione dell’attività di soccorso cinofilo con l’impiego di cani da ricerca a cui era consentita la libera circolazione purchè vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni.
Recentemente la circolazione di cani in ambito agro-silvo-pastorale è stata nuovamente consentita, a condizione che i cani siano vaccinati da almeno 21 giorni e tenuti rigorosamente al guinzaglio. Le autorità provinciali hanno la facoltà di autorizzare l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani nei territori a rischio, purchè i soggetti siano vaccinati contro la rabbia da almeno 21 giorni e rimangano sotto stretto controllo.
PER SAPERNE UN PO’ DI PIU’ SULLA RABBIA
La rabbia è una grave malattia infettiva, trasmissibile dagli animali all’uomo, provocata da un virus in grado di colpire i mammiferi, sia domestici che selvatici.
Uccelli , pesci e rettili non si ammalano di rabbia.
Nei mammiferi la rabbia è una malattia mortale.
I mammiferi selvatici colpiti da rabbia, in particolare le volpi, costituiscono la riserva naturale del virus e rappresentano i casi di “rabbia silvestre “.
L’anello di congiunzione tra la “rabbia silvestre” e la “rabbia urbana” è rappresentato dal cane.
In che modo?
Il cane, se non è stato correttamente vaccinato, può contrarre la malattia se lasciato libero di girovagare nei boschi e in aree selvagge dove vi siano volpi rabide, dalle quali può venire accidentalmente morso. Tornando poi nell’ambiente urbano può veicolare la rabbia ad altri animali domestici e/o all’uomo stesso.
I cani da caccia che vengano portati a cacciare in aree dove vi sono focolai di rabbia silvestre (Croazia, Ungheria ,Romania, Cecoslovacchia, Estonia, ecc.) sono ad altissimo rischio di contrarre tale malattia e trasmetterla all’uomo.
Come si prende la rabbia?
Un animale malato trasmette il virus della rabbia ad un animale sano o all’uomo, con la saliva infetta.
L’animale colpito da rabbia sviluppa la tendenza a mordere incondizionatamente oggetti animati e inanimati e, se è un cane, morde anche il proprietario senza preavviso.
Dopo il morso vi è un periodo di incubazione in cui non si manifestano sintomi. Tale periodo può variare da una decina di giorni a diversi mesi, a seconda della sede e profondità del morso, della quantità di virus veicolato, dei caratteri di virulenza dei singoli stipiti virali.
Nel periodo di incubazione il virus della rabbia migra dalla sede della morsicatura verso il sistema nervoso centrale utilizzando i tronchi nervosi.
Quando compaiono i sintomi, l’ evoluzione della malattia è rapidamente mortale (di solito meno di 1 settimana).
L’eliminazione del virus attraverso la saliva inizia alcuni giorni prima dell’inizio della sintomatologia. Per questo motivo è possibile contrarre la malattia senza rendersene conto, anche prima che il proprio animale manifesti sintomi di rabbia.
Quali sono i sintomi della rabbia?
Esistono 3 fasi cliniche della rabbia:
- la fase prodromica dura 2-3 giorni e può passare inosservata, in quanto caratterizzata da sintomi poco chiari: modificazioni del carattere, febbre, prurito nella sede del morso, talora talmente intenso che l’animale arriva ad autotraumatizzarsi la parte nel tentativo di grattarsi
- la fase eccitativa o “furiosa” dura 2-4 giorni ed è caratterizzata da aggressività, ipereccitabilità e tendenza ad avventarsi contro oggetti animati o inanimati per morderli, tendenza ad ingoiare sostanze non commestibili, disorientamento.
- la fase paralitica o “muta” dura anch’essa 2-4 giorni ed è caratterizzata da paralisi della faringe da cui derivano difficoltà crescenti a nutrirsi e a bere, paralisi del laringe con modificazioni dell’abbaio e difficoltà respiratorie, paralisi dei muscoli masticatori con abbassamento della mandibola (da cui la ben nota “bava alla bocca “, dovuta alla bocca aperta e all’incapacità di deglutire la saliva), paralisi progressiva degli arti, paralisi di tutto il corpo.
A questa fase segue la morte dell’animale.
Come si può diagnosticare la rabbia?
Purtroppo non esiste un esame diagnostico che consenta di accertare la presenza del virus su un animale vivo, sospetto di essere colpito da rabbia.
La diagnosi di certezza si effettua post-mortem sul tessuto cerebrale e sulle ghiandole salivari dell’animale malato.
Dalla rabbia ci si può salvare?
Una volta comparsi i segni clinici la rabbia è pressoché sempre mortale.
Esiste una profilassi vaccinale che è obbligatoria per i cani, gatti e furetti che vivono in zone a rischio o che vengono portati anche temporaneamente in zone a rischio.
Esiste una vaccinazione anche per le persone sottoposte ad alto rischio professionale (guardiacaccia, guardie forestali , veterinari ecc.) che lavorano in zone dove esistono focolai di rabbia silvestre.
I cittadini che venissero morsicati da cani o da altri animali ritenuti a rischio di rabbia vengono immediatamente sottoposti dalle autorità sanitarie a profilassi post-esposizione.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI E’ OPPORTUNO RIVOLGERSI AI DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE DELLA AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE VENETO OPPURE COLLEGARSI AI SITI:
www.regione.veneto.it o www.ministerosalute.it o ancora www.who.int
Articolo del Magazine "Siamodonne.it" http://www.siamodonne.it