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Biografia di Mario
Monicelli (1915 - 2010)
Mario Monicelli nasce a Viareggio nel 1915.
Figlio del critico teatrale e giornalista Tommaso, si laureò in storia e
filosofia: critico cinematografico dal 1932, ebbe l'occasione di
dirigere due anni dopo - assieme all'amico Alberto Mondadori - il
cortometraggio "Cuore rivelatore", cui fece seguito sempre nel '34 il
mediometraggio muto "I ragazzi della via Paal", presentato e premiato a
Venezia.
Sotto lo pseudonimo di Michele Badiek diresse nel 1937 il suo primo
lungometraggio, "Pioggia d'estate": negli anni compresi fra il 1939 ed
il 1949 fu attivissimo come aiuto e sceneggiatore, collaborando alla
realizzazione di una quarantina di titoli, tutti d'un certo interesse.
Fece ritorno dietro la macchina da presa nel '49 - dando il via ad una
felice collaborazione con
Steno - ed in quattro anni diresse ben otto film, tra cui il
celeberrimo "Guardie e ladri" (1951).
Dal 1953 ha iniziato a lavorare in proprio, pur senza disdegnare
l'attività di sceneggiatore che lo ha condotto a scrivere per molti
altri cineasti.
La sua ricchissima filmografia annovera grandi successi di pubblico e di
critica, e molte sue pellicole fanno ormai parte della storia della
cinematografia nostrana: basti ricordare "I
soliti ignoti" (1958), che impose
Vittorio Gassman nelle inedite vesti di attor comico, "La
grande guerra" (1959), Leone d'oro a Venezia e nomination all'Oscar,
"I compagni" (1963), altra nomination, "L'armata Brancaleone" (1965),
originale nello spunto e vincitore di innumerevoli premi, "La ragazza
con la pistola" (1968), terza nomination all'Oscar, "Amici
miei" (1975), da un'idea di
Pietro Germi, "Un borghese piccolo piccolo" (1977), con un
Sordi da antologia, "Speriamo che sia femmina" (1986), amatissimo
dalla critica.
E' stato anche regista teatrale, commediografo, regista televisivo,
occasionalmente attore (ne "L'allegro marciapiede dei delitti", 1979, ed
in "Sono fotogenico", 1980); nel 1991 gli è stato conferito il Leone
d'oro alla carriera.
Nel 1992 gira "Parenti serpenti" e nel 1994 "Cari fottutissimi amici"
che riceve una menzione speciale al Festival di Berlino. Nel 1999 ha
diretto il documentario "Amico magico: il maestro Nino Rota" e nel 2000
il film per la televisione "Come quando fuori piove".
Nel 2004 esce nelle sale "Sotto il cielo della Toscana", film scritto e
diretto da Audrey Wells, nel quale c'è posto anche per un delizioso
cammeo di Mario Monicelli.
Malato a causa di un
tumore alla prostata, Monicelli sì è tolto la vita intorno alle 21 di
lunedì 29 Novembre 2010 lanciandosi dal quinto piano del reparto di
urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma dove era ricoverato. Aveva
95 anni.
con parole di ammirazione e rispetto, per un grande uomo che ha
deciso coscientemente di abbandonare la vita, dopo 70 anni di
cinema e di impegno politico. Monicelli nel corso della sua
esistenza infatti non si era mai dimenticato nemmeno per un
momento che la sua arte non doveva essere fine a se stessa, ma
doveva per quanto possibile contribuire al progresso sociale,
anche tramite l’amara denuncia del malcostume italico, come la
corruzione dei politici e il basso livello morale della
borghesia. Il suicidio non è stato dettato dallo sconforto della
malattia e della vecchia, ma dalla lucida constatazione che non
avrebbe più potuto provvedere a se stesso. Il suicidio ha anche
segnato la vita di Monicelli. Molti non sanno che il padre di
Mario, Tomaso Monicelli, si suicidò nel 1946 sparandosi con una
rivoltella alla tempia.
continua su:
http://gossip.fanpage.it/mario-monicelli-morto-suicida-come-il-padre-tomaso/#ixzz16lywoonh
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con parole di ammirazione e rispetto, per un grande uomo che ha
deciso coscientemente di abbandonare la vita, dopo 70 anni di
cinema e di impegno politico. Monicelli nel corso della sua
esistenza infatti non si era mai dimenticato nemmeno per un
momento che la sua arte non doveva essere fine a se stessa, ma
doveva per quanto possibile contribuire al progresso sociale,
anche tramite l’amara denuncia del malcostume italico, come la
corruzione dei politici e il basso livello morale della
borghesia. Il suicidio non è stato dettato dallo sconforto della
malattia e della vecchia, ma dalla lucida constatazione che non
avrebbe più potuto provvedere a se stesso. Il suicidio ha anche
segnato la vita di Monicelli. Molti non sanno che il padre di
Mario, Tomaso Monicelli, si suicidò nel 1946 sparandosi con una
rivoltella alla tempia.
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Ammirazione e rispetto,
per un grande uomo che ha deciso coscientemente di abbandonare la vita,
dopo 70 anni di cinema e di impegno politico. Monicelli nel corso della
sua esistenza infatti non si era mai dimenticato nemmeno per un momento
che la sua arte non doveva essere fine a se stessa, ma doveva per quanto
possibile contribuire al progresso sociale, anche tramite l’amara
denuncia del malcostume italiano, come la corruzione dei politici e il
basso livello morale della borghesia. Il suicidio non è stato dettato
dallo sconforto della malattia e della vecchia, ma dalla lucida
constatazione che non avrebbe più potuto provvedere a se stesso. Il
suicidio ha anche segnato la vita di Monicelli. Molti non sanno che
anche il padre di Mario, Tomaso Monicelli, si suicidò nel 1946
sparandosi con una rivoltella alla tempia.
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