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Biografia di Stefania
Sandrelli (1946)
Stefania Sandrelli nasce a Viareggio il 5 giugno
1946. Vincitrice a 15 anni d'un concorso di bellezza, fattasi notare
grazie ad un servizio fotografico realizzato sulla spiaggia della sua
città, esordisce in cinema nel ‘61 con una particina ne “Il federale” di
Luciano Salce: lo stesso anno,
Pietro Germi le fa interpretare la giovanissima Angela di “Divorzio
all'italiana”. Inizia così la prima fase della sua carriera, nella
quale mette a punto il proprio personaggio di ragazza sospesa fra
ingenuità e malizia: lo è soprattutto in “Sedotta
e abbandonata” (1964), amara commedia d'ambiente siciliano ancora
firmata da Pietro Germi, mentre in “Io
la conoscevo bene” (1965) di
Antonio Pietrangeli ne fornisce una variazione geniale, dando nei
panni di Adriana Astarelli - una giovane destinata a bruciarsi nella
ricerca spasmodica del successo - una prova di dolente e mirabile
intensità. Di qui in avanti, ella s'impone in una serie di pellicole
nessuna delle quali memorabile ma tutte certamente degne (ricordiamo
almeno, nel 1967, “L'immorale” di Pietro Germi e, due anni più tardi,
“L'amante di Gramigna” di Carlo Lizzani): ma è di nuovo straordinaria
nelle vesti di Giulia, la consorte del protagonista de “Il conformista”
(1970) di Bernardo Bertolucci; in quelle della tormentata Luciana di “C'eravamo
tanto amati” (1974) di
Ettore Scola e della donna di cui s'innamora un dirigente comunista
ne “La terrazza” (1979), ancora per la regia di Scola. Giunta ad un
punto morto del proprio tragitto professionale, ella cerca di
procacciarsi un rilancio spendendosi nel cinema erotico: l'intuizione si
rivela esatta, ché l'enorme risonanza de “La chiave” (1983) di Tinto
Brass le procura una rinnovata popolarità, da lei sfruttata prima
insistendo sulle medesime tematiche (“Una donna allo specchio”, 1984, di
P.Quaregna; “L'attenzione”, 1985, di Giovanni Soldati), poi proponendosi
in ruoli diversi ma ugualmente azzeccati (l'amante di “Speriamo che sia
femmina”, 1986, di
Monicelli; la moglie onnipresente de “La famiglia”, 1987, di Scola e
quella dolcissima di “Mignon è partita”, 1988, di Francesca Archibugi).
Sempre nel segno d'una qualità che ne fa una delle nostre più dotate e
duttili interpreti.
Negli ultimi anni Stefania Sandrelli ha recitato ruoli di successo in
"La Cena" di Ettore Scola (1998), "L'ultimo
bacio" di
Gabriele Muccino (2001) e "L'amore probabilmente" (2001) di
Giuseppe Bertolucci e nel 2001 ottiene numerosi consensi anche per "Hijos
- Figli".
Nel luglio del 2002 l'attrice riceve il Diamond Award al Taormina BNL
Film Festival.
F.T.
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